Lettera Aperta
Ai Sindaci ed ai
Cittadini dei Comuni di:
Anoia – Candidoni –
Cinquefrondi – Cittanova – Cosoleto – Delianuova –
Feroleto della Chiesa – Galatro – Giffone – Gioia Tauro
– Laureana di Borrello – Melicuccà – Melicucco –
Molochio – Maropati – Palmi - Polistena – Rizziconi –
Rosarno – San Ferdinando – Santa Cristina d’Aspromonte –
San Pietro di Caridà – Santa Eufemia d’Aspr. – San
Giorgio Morgeto – San Procopio - Seminara - Serrata –
Scido – Sinopoli – Terranova – Taurianova – Varapodio
Ai Sindaci dei Comuni
sede di Ospedale di Montagna: Acri – San Giovanni in
Fiore – Serra San Bruno – Soveria M.lli
Al Presidente della
Conferenza dei Sindaci dell’ASL 10 – Avv. Domenico
Ceravolo
Al Presidente della
Comunità Montana VTM – Dott. Antonio Alvaro
Al Presidente
dell’Assemblea dell’Associazione Intercomunale “Città
degli Ulivi” – Prof. Alfonso Germanò
Al Presidente del
Comitato dell’Associazione Intercomunale “Città degli
Ulivi” – Dott. Francesco Morano
Al Commissario
Straordinario del Parco Nazionale dell’Aspromonte –
Dott. Giuseppe Graziano
Al Presidente della
Giunta Regionale – On. Agazio Loiero
All’Assessore
Regionale alla Sanità – On. Doris Lo Moro
Al Direttore Generale
dell’ASL 10 – Dott. Giuseppe Putortì
La riorganizzazione
della rete ospedaliera nella piana di Gioia Tauro
avrebbe quale obiettivo primario quello di rispondere
con efficienza ed efficacia al bisogno di salute di una
vasta area che da molto tempo non vede assicurati i
livelli essenziali di assistenza. La Direzione Aziendale
ha individuato due “padiglioni” – quello di Gioia Tauro
e quello di Polistena – che dovrebbero accogliere
qualunque paziente in condizioni critiche, in quanto
sedi di Unità Operative afferenti al dipartimento di
emergenza di primo livello, con l’obiettivo di dare
risposta alle esigenze di una comunità che chiede di
poter essere curata senza essere costretta ad emigrare
altrove: ciò come sappiamo risponde anche ad una
esigenza primaria della nostra azienda sanitaria che
deve destinare, a tutt’oggi, più di un terzo del suo
budget al pagamento di una cifra, pari a circa
50.000.000,00 di euro annui, in rimborsi ad altre ASL
per prestazioni erogate in favore dei cittadini
pianigiani.
Assicurare qualità e
dignità alle prestazioni erogate, riducendo al minimo
gli episodi di mala sanità, significa ristabilire un
rapporto di fiducia con l’utente bisognoso di cure: è
questo il ruolo che l’Azienda Sanitaria deve svolgere.
- Eliminare i tanti
reparti fotocopia, peraltro tutti di basso livello;
- Istituire unità
Operative del tutto mancanti;
- Migliorare l’utilizzo
del personale medico e tecnico-infermieristico;
- Incrementare il numero
di posti letto assolutamente carente;
Sono alcuni obiettivi
sicuramente condivisibili, ma i provvedimenti di
ridimensionamento che riguardano lo stabilimento
ospedaliero di Oppido Mamertina, ancor più che quelli
relativi a Palmi e Taurianova, richiedono una più
attenta valutazione – che si sollecita vivamente – delle
oggettive realtà territoriali al cui servizio i presidi
sono posti.
Tanto, non per mero
atteggiamento campanilistico, di cui con grande facilità
ma anche con altrettanta superficialità si può essere
accusati: Palmi e Taurianova sono infatti comuni molto,
troppo vicini rispettivamente a Gioia Tauro e Polistena,
sedi di P.S. e DEA di primo livello: Oppido Mamertina
non solo non è altrettanto vicina, ma è ad essi
collegata da una strada che spesso, l’ultima volta lo
scorso inverno, per lungo tempo non è percorribile:
l’alternativa è una via lunga e tortuosa che si aggiunge
a quella, già abbastanza lunga e tortuosa, che devono
percorrere i pazienti provenienti dai paesi più interni
e per i quali l’Ospedale di Oppido è stato da sempre
importante anzi essenziale punto di riferimento. Così
come è altrettanto essenziale e insostituibile punto di
riferimento per i giovani della Comunità “Incontro” di
Zervò, per la Casa di accoglienza per malati di AIDS
della frazione di Castellace nonché per i locali RSA e
Centro Disabili.
Sono queste le
considerazioni che avevano portato il precedente
Consiglio Regionale a inserire quello di Oppido tra gli
ospedali di montagna; considerazioni tuttora valide e
che non possono essere ignorate.
Le ultime decisioni
aziendali costituiscono un grave errore di valutazione
che non può non avere, per le comunità che vivono in
zone obiettivamente disagiate, conseguenze devastanti.
Sono sempre queste le
considerazioni che hanno portato i Sindaci dei comuni
sedi di ospedale montano della regione (Oppido
Mamertina, Soveria Mannelli, San Giovanni in Fiore, Acri
e Serra San Bruno) a condividere, con un patto di
reciproca solidarietà, l’esigenza di fare fronte comune
nel richiedere che nel redigendo nuovo Piano Sanitario
Regionale l’esistenza e l’efficienza degli ospedali
montani siano salvaguardati e garantiti.
Questo Comune, già
promotore di una conferenza permanente dei Sindaci dei
Comuni sedi di ospedale montano, in vista di una azione
sinergica nei confronti delle istituzioni sovracomunali
e, in particolare, dell’Assessorato Regionale alla
Sanità e del Ministero della Salute, ha bisogno del
sostegno aperto e concreto da parte di tutti,
soprattutto dei Sindaci del comprensorio che fa
riferimento all’ospedale di Oppido Mamertina, per
respingere il piano che ne prevede il ridimensionamento
e, in particolare, la trasformazione del Pronto Soccorso
in Punto di primo Intervento, la scomparsa di interi
reparti previsti dall’attuale Piano Sanitario Regionale,
la disattivazione di servizi essenziali nelle ore
notturne, la trasformazione del Laboratorio di Analisi
in Punto di Prelievo.
A sostegno della civile
protesta dei cittadini oppidesi contro l’isolamento, il
depauperamento dei servizi, la continua mortificazione
dei diritti fondamentali dei cittadini delle zone
interne, che già soffrono le oggettive difficoltà
orografiche di un territorio disagiato, chiediamo di non
essere lasciati soli e di combattere assieme una
battaglia di civiltà.
Oppido Mamertina, 26
agosto 2006.
L’Amministrazione Comunale