Caro Mimmo,
oggi ci hai riuniti in questa
Chiesa per rivolgerti l'ultimo saluto per congedarti da
te, angelo cosė giovane, che il Signore ha voluto
accanto a se.
Oh Mimmo, e noi chi siamo per
comprendere i disegni divini?
Sappiamo solo che lasci su questa
terra una famiglia distrutta dal dolore ed una moglie
affranta, che non trovano tregua alla disperazione; gli
amici sconvolti e tutti quelli che ti conoscono alla
ricerca di un perchč.
Forse nel tuo inconscio hai sempre
saputo che era cosė breve il tempo concessoti, ed č per
questo motivo che non eri mai sazio, che volevi vivere
ogni minuto intensamente.
Eri cosė giovane, Mimmo, un
ragazzo dal carattere impetuoso che, erroneamente,
poteva essere interpretato arroganza, presunzione,
invece era solo voglia di vivere, di prendere la vita di
petto, di affrontare il rischio e superarlo con un
sorriso ammiccante a fior di labbra.
Ma domenica mattina la vita ti ha
giocato un brutto tiro, lasciando un vuoto incolmabile
nella vita di chi ha conosciuto e voluto bene.
Ora ti preghiamo, guarda da lassų
i tuoi cari genitori, tua moglie, le tue sorelle, tuo
fratello, e aiutali a trovare una ragione per andare
avanti, in modo che tu possa continuare a vivere
attraverso di loro, attraverso il loro ricordo ed il
loro Amore.
"Ed egli č venuto al mondo dove le
pių belle cose hanno il peggior destino, č rosa, egli ha
vissuto quanto vivono le rose: lo spazio di un mattino".
Lettera letta dalla sorella Elisa durante il rito
funebre di martedė 23 maggio 2006