Presentazione
Il Referendum sulle norme relative alla
procreazione assistita si terrà il 12 giugno 2005. Lo ha deciso il
Governo, durante il Consiglio dei ministri del 7 aprile scorso.
L'annuncio è stato dato dal ministro dell'Interno, Giuseppe Pisanu,
nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Chigi.
I decreti firmati Capo dello Stato sono in corso di pubblicazione
sulla Gazzetta Ufficiale. Ognuno contiene un quesito relativo a parti
della legge sottoposte a referendum.
I quesiti sono complessivamente quattro e riguardano:
1. l'utilizzo di embrioni per la cura di nuove malattie;
2. l'utilizzo di più embrioni nella procreazione assistita;
3. la fecondazione eterologa;
4. sfera dei diritti della donna nella procreazione assistita;
In particolare, il secondo, il terzo e il quarto quesito del
referendum, come spiegano la sentenza di ammissibilità della Corte
Costituzionale n.47 e 48 del 13 gennaio 2005, mirano:
a) ad ampliare le possibilità di ricorso alla procreazione
medicalmente assistita;
b) ad ampliare la possibilità di revoca del consenso oltre il limite
fissato dall’art. 6, comma 3, della legge;
c) a permettere la produzione di embrioni in eccedenza rispetto a
quelli necessari per un unico e contemporaneo impianto;
d) a consentire interventi sull’embrione con finalità diagnostiche e
terapeutiche generali.
Di conseguenza, diventa possibile:
- l’accesso alla procreazione medicalmente assistita anche per
finalità diverse dalla soluzione dei problemi riproduttivi derivanti
dalla sterilità o infertilità;
- escludere dai principi che regolano l’applicazione delle relative
tecniche quello della gradualità;
- la revoca del consenso, da parte dei soggetti che vi accedono, anche
dopo la fecondazione dell’ovulo;
- interventi sull’embrione aventi finalità diagnostiche e terapeutiche
anche diverse da quelle previste dall’art. 13, comma 2, della legge;
- la creazione di un numero di embrioni superiore a quello necessario
ad un unico e contemporaneo impianto e comunque superiore a tre;
- la crioconservazione degli embrioni in ogni caso in cui non risulti
possibile il trasferimento degli embrioni stessi nell’utero.
Per quanto riguarda invece il primo quesito, la
richiesta di abrogazione sottoposta a referendum mira ad ampliare la
possibilità di ricerca clinica e sperimentale sugli embrioni con
finalità terapeutiche e diagnostiche, sia attraverso la rimozione dei
limiti di cui all'art. 13, comma 2, sia attraverso l'eliminazione dei
divieti di clonazione mediante trasferimento di nucleo e di
crioconservazione, in quanto procedure strumentali alle tecniche di
utilizzo delle cellule staminali, fermo restando tuttavia il divieto
di realizzare processi volti ad ottenere un essere umano identico,
quanto al patrimonio genetico
http://www.governo.it/GovernoInforma/Dossier/procreazione_referendum/